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“La nostra Marina ha tenuto sotto controllo le navi russe che si sono spinte nell’Adriatico. Quello che ha raccontato Repubblica è tutto vero ma è necessario che gli italiani sappiano che non sono state perse di vista per un solo istante. Allo stesso tempo però bisogna avere la consapevolezza che la presenza militare di Mosca nel Mediterraneo aumenterà nei prossimi anni”. Lo dice l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di stato maggiore della Difesa, in un ‘intervista a ‘La Repubblica’.

Le navi russe nell’Adriatico “Non hanno certo bloccato il Canale d’Otranto: il traffico navale è proseguito tranquillamente. È stata un’operazione di pattugliamento, subito contrastata dall’azione della nostra Marina. Non si è trattato di un confronto tra la Nato e i russi o tra gli americani e i russi: in quelle acque c’era la portaerei ‘Truman’, che però agisce sotto comando statunitense. Sono state le forze italiane a prendere le contromisure”.

“Appena il comando della squadra navale è venuto a conoscenza dei movimenti russi, l’ammiraglio Aurelio De Carolis – racconta Giuseppe Cavo Dragone – ha mobilitato le unità più vicine, che in quel momento erano impegnate nel dispositivo europeo di Irini, nella missione di pattugliamento della Nato e nella normale vigilanza marittima. Una reazione fluida, da manuale, ordinando quella che viene chiamata ‘un’operazione di ricerca'”. “Non le abbiamo mollate un attimo”. Ora le navi russe “Non sono più nell’Adriatico. Si sono spostate più a sud, nello Ionio”.

“Non ci sono mai stati incidenti. Lo scenario che stiamo vivendo – sottolinea – è esattamente quello previsto nel concetto strategico definito a giugno dal ministro Guerini. Quando, spero presto, si arriverà alla pace in Ucraina, ci sarà un grosso riverbero sul Mediterraneo e dovremo gestirlo per tanto tempo. Perché qui si trovano le fonti di approvvigionamento di Mosca, perché il Nord Africa è un’area che i russi vogliono destabilizzare e noi dobbiamo muoverci per impedirlo. Dagli stati costieri al Sahel, l’attività russa è nota e si andrà a manifestare con maggiore intensità nei prossimi anni”.

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