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«L’Università di Catania guarda sempre più ai Paesi del bacino del Mediterraneo per avviare e consolidare collaborazioni nel campo della formazione e della ricerca e il progetto “TDMp TransMed – Mediterranean Traditional Dairy and Meat products” ne rappresenta una valida testimonianza di particolare importanza visto che, grazie alla mobilità, ha coinvolto 18 studenti e nove docenti provenienti da Algeria, Marocco e Tunisia per confrontarsi sui temi dell’agroalimentare, agritech e allevamenti ecosostenibili». Con queste parole il rettore Francesco Priolo ha aperto i lavori del convegno “Mediterranean Traditional Dairy and Meat Product” che si è svolto nei locali del Corfilac – Consorzio per la Ricerca nel Settore della Filiera Lattiero-Casearia e dell’Agroalimentare di Ragusa.

Un evento organizzato nell’ambito del progetto “TDMp TransMed – Mediterranean Traditional Dairy and Meat products. Percorsi formativi transnazionali per lo sviluppo delle filiere lattiero-casearie e delle carni nei settori di allevamento tradizionali” che ha coinvolto quattro università mediterranee: l’Università di Catania (soggetto proponente), l’Institute Agronomique et Veterinaire “Assan II” (Casablanca in Marocco), l’Universitè Frères “Mentouri” (Constantine in Algeria) e l’Institute Nationale Agronomique Tunisienne (Tunisi in Tunisia).

«Gli atenei coinvolti hanno creati un modello strategico utile a realizzare, su scala transnazionale, sistemi di allevamento ecosostenibili, aumentare il benessere animale e la produttività, sia in termini quantitativi che qualitativi – ha spiegato il responsabile scientifico del progetto, il prof. Giuseppe Licitra dell’Università di Catania -. L’obiettivo finale del progetto è stato quello di formare tre gruppi di figure professionali, ovvero esperti in zootecnia e prodotti di origine animale (latte e carne), in tecniche di laboratorio per la qualità e la certificazione dei prodotti e, inoltre, in marketing, comunicazione e promozione dei prodotti tradizionali. Il tutto coerentemente con gli obiettivi dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite e con la Strategia Unione Europea – Unione Africana. Ma abbiamo anche puntato alla costruzione di un programma progettuale per la valorizzazione dei prodotti caseari e carnei tradizionali dei paesi partner».

Un percorso formativo realizzato con la partecipazione di nove docenti e diciotto studenti provenienti dai tre atenei africani e selezionati tra ricercatori, dottorandi di ricerca e laureandi iscritti a corsi di laurea in zootecnia, agronomia e affini, con una fase ‘a distanza’ e una in presenza, grazie alla Winter School che si concluderà il prossimo 18 febbraio.

Gli studenti stranieri partecipanti hanno usufruito in questi giorni di occasioni di confronto con i ricercatori e tecnici dell’Università di Catania e del CoRFiLaC di Ragusa, oltre a effettuare visite aziendali in aziende zootecniche e di trasformazione di prodotti caseari e carnei tradizionali, approfondire tecniche analitiche di laboratorio, apprendere i meccanismi di definizione della brand identity di un prodotto, partecipare a laboratori sensoriali e focus di approfondimento.

«La Winter school – ha aggiunto il rettore Francesco Priolo – rappresenta un’occasione fondamentale di crescita dal punto di vista formativo e professionale. Non a caso l’Università di Catania, baricentro della “formazione” e “ricerca” nel Mediterraneo, ha attivato quest’anno il corso di laurea in Management delle imprese per l’economia sostenibile a Ragusa e, inoltre, nel campo dell’innovazione e della ricerca ha avviato una importante sinergia con enti e imprese del territorio che ha portato al finanziamento del progetto “Greentech Mediterranean Innovation Hub” sul green e agri-tech con 10,5 milioni di euro su fondi Pnrr. Ragusa si appresta quindi a diventare uno dei più importanti poli d’Italia per il trasferimento tecnologico in ambito green ed agri-tech».

Sul progetto si è soffermata anche la dott.ssa Sara Pagliai, coordinatrice dell’Agenzia Nazionale Erasmus+Indire, che ha evidenziato «come questo progetto “pilota” rappresenti un modello da replicare in futuro in quanto coniuga gli aspetti del programma Erasmus dei paesi dell’Unione europea in tema di mobilità e cooperazione con paesi extra-Ue e con finanziamenti sia della Regione Siciliana, sia del Fondo Sociale Europeo».

All’incontro sono intervenuti anche il sindaco di Ragusa, avv. Giuseppe Cassì, il prof. Vincenzo Russo della IULM Milano, le dott.sse Margherita Caccamo e Catia Pasta del Corfilac oltre ai docenti degli atenei coinvolti (Ouarda Aissaoui Zitoun, Najar Taha e Araba Abdelilah). In chiusura la tavola rotonda dal titolo “Il Mediterraneo a confronto: momento di discussione tra gli stakeholder siciliani, algerini, marocchini e tunisini”.

 

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