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di Salvo Barbagallo

Da giorni le acque della Sicilia Orientale sono “occupate” da navi, da sottomarini e quant’altro può stare a galla purché armato, mentre il cielo (sempre della Sicilia Orientale) viene pattugliato in sintonia con i mezzi schierati in basso. È, infatti, in corso la “Dynamic Manta” (in codice “Dyma 18), l’esercitazione aeronavale più importante della NATO a Sud dell’Europa. Una esercitazione che si rinnova e si accresce di mezzi periodicamente di anno in anno con schemi, ovviamente, noti solo negli ambienti militari.

Il sito del Ministero Difesa così presenta la “Dynamic Manta”: è una delle più importanti e complesse esercitazioni della NATO che si svolge dal 2 al 16 marzo al largo delle coste siciliane. La DYMA 18 rappresenta un’eccellente opportunità addestrativa per le Nazioni partecipanti: navi, sottomarini, aerei e personale di dieci nazioni alleate sono infatti convenuti nel Mar Mediterraneo centrale per addestrarsi alla lotta anti sommergibile (Anti-Submarine Warfare – ASW) e alla lotta contro i mezzi di superficie (Anti-Surface Warfare – ASUW). Quest’anno sommergibili provenienti da Canada, Grecia, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti, sotto il controllo del Comando Sommergibili della NATO (NATO Submarine Command – COMSUBNATO), si uniranno a nove navi di superficie provenienti da Belgio, Francia, Grecia, Italia, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. Parteciperanno anche aeromobili ed elicotteri. Il tutto sotto il comando del Comandante del Secondo Gruppo Navale permanente della NATO (Standing NATO Maritime Group 2 – SNMG 2).  Per l’Italia partecipano la fregata Carabiniere, il sommergibile Romeo Romei e gli elicotteri del 3° Gruppo Elicotteri di base nella Stazione Elicotteri di Catania (Maristaeli Catania).Inoltre l’Italia assicura il supporto logistico della base navale di Augusta dalla base aerea di Sigonella a Catania. Partecipano all’esercitazione anche dieci velivoli da pattugliamento marittimo (Maritime Patrol Aircraft – MPA) ed otto elicotteri provenienti da Canada, Francia, Germania, Italia, Spagna, Turchia, Inghilterra e Stati Uniti che operano base aerea di Sigonella sotto il controllo del NATO Maritime Air Command (MARAIRNATO). La Dynamic Manta è una delle esercitazioni annuali di maggior rilievo della NATO, volta a garantire l’interoperabilità costante tra forze aeree, di superficie e subacquee nella lotta anti-sommergibile. Mediante la presenza di scenari addestrativi a difficoltà crescente, che vanno dalla bassa all’elevata complessità, l’esercitazione permette di istituire un coordinamento delle operazioni tra forze armate appartenenti a paesi diversi e operanti in un contesto multi-minaccia. Inoltre permette alla NATO la possibilità di valutare e sviluppare nuove tattiche anti-sommergibile.

Non ci sono cronache di questa guerra simulata, che ha avuto inizio quasi in contemporanea (il 2 marzo) ad un’altra esercitazione considerata altrettanto significativa, ma tutta “Made in Italy”, dove sono state impegnate nel Golfo di Taranto le componenti aero-navali della Marina Militare appartenenti ai comandi operativi della Squadra Navale di Brindisi, Taranto, La Spezia e Augusta nel Golfo di Taranto alla quale hanno preso parte oltre 2500 uomini e donne e la partecipazione della portaerei Cavour con nove aerei AV8B+ imbarcati, dell’incrociatore porta-aeromobili Giuseppe Garibaldi con a bordo gli elicotteri EH-101 e MH-90, dei cacciatorpediniere Durand de la Penne e Andrea Doria, delle fregate Zeffiro e Virginio Fasan, dei pattugliatori d’altura Libra e Comandante Borsini e della rifornitrice di squadra Etna, oltre che a velivoli Gulfstream CAEW (Conformal Airborne Early Warning) e Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica e a due elicotteri AH 129 Mangusta dell’Esercito Italiano”.

Come a dire, guerra simulate non stop dove i militari italiani vengono preparati a possibili eventi bellici: una prospettiva che gli Stati Maggiori del nostro Paese prendono in considerazione e che di certo non lascia tranquilli quanti seguono questo “tipo” di eventi

Per la “Dynamic Manta”, come ogni anno, la base navale di Augusta e la stazione aerea di Sigonella, col supporto logistico del porto di Catania, vengono utilizzate per le operazioni addestrative. Insomma – anche se non è una novità, è opportuno sottolinearlo – le acque della Sicilia e il territorio isolano con la presenza di installazioni “stabili” straniere (quelle USA) sono da considerare un “laboratorio” di guerra permanente, anche se simulata, ma non comprendiamo fino a che punto vista l’attività che viene svolta quotidianamene dai mezzi che operano da Sigonella, e con la presenza degli impianti satellitari del Muos le cui funzioni effettive restano ignote.

Il giornale online “Augusta News” ha fatto correttamente notare che Anche per quest’anno, le complesse manovre militari di Dynamic Manta si svolgeranno in assenza di un piano prefettizio di emergenza nucleare esterna, aggiornato ed esteso al pubblico, così come impone dal 1995 la legislazione nazionale di recepimento delle direttive europee in materia di radioprotezione. Una grave omissione che solleva pesanti incognite sul rischio radiologico a cui sono periodicamente esposte le ignare popolazioni costiere del Siracusano e della restante fascia ionica, mentre il comitato No Muos – No Sigonella già ha già denunciato la presenza del  sottomarino nucleare d’attacco della Marina militare statunitense Uss John Warner (SSN – 785), che è stato fotografato in navigazione al largo delle coste tra Siracusa, Augusta e Catania.

Ovviamente è superfluo ricordare il ripudio della guerra sancito dall’art. 11 della Costituzione italiana e il principio dell’uso pacifico dell’alto mare affermato nel diritto internazionale dall’art. 88 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982.

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